“Ebbene sì, eccomi qui: mi guardo indietro e vedo quel 3 gennaio, di inverno, quando sono arrivato qui controvoglia ma con la consapevolezza di aver bisogno di aiuto. Quando sono arrivato mi sentivo già bene: vedevo le facce pulite degli altri ragazzi presenti e mi sembrava già di conoscere tutti, perchè questo è quello che ti trasmette questo posto.
Nonostante questo pensavo di voler andar via dopo la prima fase del programma e l’ho pensato molte altre volte successivamente… ma ogni volta l’ho superata, ogni volta sono andato oltre al fallimento che avrei avuto se l’avessi fatto. E ora sono qui da vincente, in cima a quella montagna alla quale pensavo di non voler arrivare, alla quale pensavo di non riuscire ad arrivare, ma era un’impressione, era un’abitudine a volersi fermare prima.
Ricordo quando un mese e mezzo fa dicevo di voler andare via di qui, dicevo che mi bastava essere arrivato in collina e dell’apice non mi interessava, ma sbagliavo: per una volta nella mia vita sono arrivato qua su, ci sono arrivato senza una funivia e non avete idea di quanto è bella la visuale! Ora vedo quei “paesini laggiù” che sono i nuovi arrivati nel centro e che cerco con tutto me stesso di incitarli ad arrivare qui con me per sentire quanto caldo è il sole e quanto il paesaggio sia colorato… Cosa ce ne facciamo di un paesaggio colorato se noi indossiamo vestiti dai colori scuri che non ci si addicono? Beh il consiglio che posso darvi è: disfatevi di quei panni sporchi e non parlo solo della droga perchè qui dentro, credetemi, la droga è il problema minore… Individuate la causa, combattetela e vincete questa battaglia! Perchè è una guerra che si può vincere e vi assicuro che smetterete di guardare le macerie dietro a voi ma finalmente focalizzerete l’orizzonte, fatto di arcobaleni, di sensazioni e visioni.
L’apice di questa montagna, la vittoria in questa battaglia contro noi stessi, non è per tutti, è per chi vuole vincere, per chi vuole imparare a vincere e per chi, per farlo, è disposto a mettersi scarponi, zainetto e intraprendere quel fitto bosco che ti porta in cima. Quel fitto bosco senza strade ma solo fango e pioggia. Ma è proprio quando intravedrete la mulattiera di fianco al ruscello che sarete felici di esserci arrivati! E allora sempre più su! Chissene frega dei rovi e del fango, riuscirete a farvi strada, perchè ora vedrete una via, vedrete una speranza. Sì, dovrete dormire in mezzo al bosco lontano da casa, ma siete più al sicuro lì al buoi e in mezzo alla fauna che in mezzo ai mostri dai quali siamo scappati… camminando camminando, combattendo combattendo, proprio quando non ce la fare più, vedrete quella punta, quella meta, i piedi vi faranno male ma a voi non interessa, toglierete dai piedi gli scarponi, butterete quello zaino pesante a terra, per poi guardare giù: non crederete a tutto quel bosco che avete attraversato, ma sì lo avete fatto! E sarete felici di averlo fatto! Perchè solo da quassù sarete vincenti, solo da quassù potrete ammirare le vallate nella quali ci siamo sempre fermati, solo da quassù sarete liberi.
E io ora mi sento libero grazie al Narconon Piemonte, che non ha liberato solo me, ma ha liberato tutta la mia famiglia che avevo imprigionato in quella grotta ai piedi della montagna… ma che ora è quassù con me a godersi questo splendido quadro, questa splendida visuale di cui non voglio più privarmi e privarli.
Grazie a tutta la mia famiglia per gli sforzi fatti per mandarmi qui, grazie a tutti voi per la splendida avventura e grazie Narconon per avermi salvato la vita!” – STEFANO